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Il vaccino 9-valente contro l'Hpv anche in Italia

Il vaccino 9-valente contro l'Hpv anche in Italia

All’incirca l’80% delle donne sessualmente attive e il 50% degli uomini ha avuto nel corso della vita un’infezione da virus HPV (il papillomavirus umano), molte delle quali eliminate spontaneamente dal sistema immunitario. Sono queste le ultime stime diffuse dall’Organizzazione Mondiale della Sanità; percentuali importanti che invitano ad una maggiore attenzione verso le malattie a trasmissione sessuale,  in crescita anche tra i giovani con azioni di sensibilizzazione e nuovi strumenti di prevenzione. E proprio in questa direzione è in arrivo in autunno, in Europa ed anche in Italia, il vaccino 9-valente, efficace cioè contro 9 ceppi di HPV tra i più pericolosi, indicato sia per i maschi sia per le femmine. La notizia è stata annunciata dagli esperti di WAidid (Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici) nel corso del Congresso Internazionale Eurogin, tenutosi a Salisburgo. 

IL NUOVO VACCINO – Rappresenta un’evoluzione rispetto al vaccino quadrivalente e bivalente già esistenti e in uso in Italia, non solo perché garantisce protezione contro 9 tipologie del virus HPV, ovvero i genotipi 6, 11, 16 e 18 (gli ultimi due responsabili dello sviluppo di diversi tumori fra cui quello della cervice uterina) e una estensione anche ai ceppi 31, 33, 45, 52 e 52 – ma anche per l’aumentata efficacia, con percentuali pari al 97%, confermando quanto già annunciato in un vasto studio su oltre 14 mila donne uscito sul New England Journal of Medicine. Il nuovo vaccino, che sarà disponibile nelle farmacie italiane tra ottobre e novembre, promette  - rispetto ai due precedenti vaccini - di ridurre ulteriormente del 20% l’insorgenza di tumori dall’HPV e del 50-80% lo sviluppo di possibili lesioni precancerose. Ogni anno in Italia si registrano all’incirca 2.000 nuovi casi di tumori legati all’HPV nei maschi, suddivisi fra carcinomi oro-faringei, ano-rettali e del pene, e 4.400 fra le donne comprendenti tumori dell’oro-faringe, vaginali e della cervice uterina. Non meno preoccupante è la stima diffusa dall’Istituto Superiore di Sanità circa le lesioni precancerose: 80.000 diagnosi annuali di condilomi genitali nei maschi e 130.000 fra le donne.

A CHI SERVE IL VACCINO – Come sempre ai giovanissimi, i più a rischio per la contrazione di malattia a trasmissione sessuale e verso cui oggi si rivolge la tutela per una salute sessuale sana. «La maggiore prevalenza di infezioni da HPV  si riscontra fra i ragazzi di 20 anni, con l’inizio cioè dell’attività sessuale-» spiega Susanna Esposito, direttore dell’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico dell’Università degli Studi di Milano e presidente WAidid. «Dunque il momento ideale per la somministrazione del vaccino, a scopo preventivo e protettivo, è fra i 9 e 14 anni di età, prima che cominci una vita sessualmente attiva. In Italia la strategia vaccinale prevede una tabella a due dosi fino a 14 anni; con tre dosi dopo i 14 anni. Mentre nei soggetti immunocompromessi si raccomanda la vaccinazione con tre dosi». Si è ora in attesa che il Piano Nazionale Prevenzione Vaccini 2016-2018 approvi la vaccinazione universale anti-HPV, in linea con quanto raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalle autorità sanitarie di tutti i Paesi, che invitano alla vaccinazione anti-HPV precoce (universale) già in età pre-adolescenziale, tra gli 11 e i 12 anni, quando la risposta immunitaria è migliore e il beneficio è massimo.

L’OFFERTA AL MASCHILE - Se la somministrazione vaccinale è largamente accettata dalle donne e mamme italiane (sebbene non si sia raggiunta la copertura auspicata), la strategia preventiva è quasi del tutto ignorata fra la popolazione adolescenziale maschile. Una azione che invece contribuirebbe a proteggere dal virus entrambi i sessi. In Italia, infatti l’offerta vaccinale universale è rivolta al maschio solo in 9 regioni - Trentino, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Molise, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna - contrariamente a quanto accade in alcuni paesi quali Stati Uniti, Canada, Australia, Danimarca e Svezia, dove è raccomandata anche ai ragazzi.

 

Fonte: fondazioneveronesi.it

 

 

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